Cosa fa la differenza nella comunicazione

Nella comunicazione spesso accade che il feedback ricevuto sia ben diverso da ciò che ci aspettavamo come risposta. Il comportamento che comunemente si mette in atto in questa situazione è affermare che l’altro non ha capito e, quindi, tendiamo a caricarlo di tutta la responsabilità. Sarebbe più utile, in realtà, porci domande come: che effetto ho creato sull’altro? Cosa del mio comportamento è stato poco efficace? Ho creato sintonia con il mio interlocutore? Ho verificato di averla mantenuta durante la comunicazione? Naturalmente ci si chiede:” Come faccio a diventare consapevole del mio processo di comunicazione?” Due sono gli aspetti importanti da tenere presente e praticare: essere nel “qui e ora” e calibrare e autocalibrarsi. Essere nel “qui e ora” significa essere presenti all’esperienza con i nostri canali sensoriali aperti; osservare e ascoltare, silenziando il nostro dialogo interno che, spesso, ci crea difficoltà. Infatti pensiamo già alla risposta mentre la persona ci sta parlando, ci diciamo “tanto so dove vuoi arrivare … so cosa vuoi dirmi”. In questo modo perdiamo di vista l’esterno e tutti quei micro segnali che il nostro interlocutore ci sta mandando. Se calibriamo questi segnali, abbiamo la bussola per comprendere dove si sta dirigendo la nostra comunicazione, che effetto stiamo creando sull’altro e su come questo sta agendo e interagendo con noi! E, soprattutto, ci alleniamo a riconoscere lo stato o gli stati d’animo che sta vivendo. Per essere veramente efficaci diventa ancora più importante l’autocalibrazione e cioè la capacità di percepire la propria fisiologia, il  tono di voce, la postura e lo stato d’animo. In che modo stiamo comunicando? La mia postura è adeguata al messaggio che voglio trasmettere? Il mio tono di voce è congruente con il contenuto del messaggio? Sono in uno stato adeguato o è meglio che non affronti con questo stato la comunicazione? Perchè porre attenzione a questi aspetti? Perchè noi siamo generatori di stato e se non siamo performanti, rischiamo di non essere efficaci con l’interlocutore e non raggiungere l’obiettivo.